Possibili nuovi accordi sul grano ucraino

Possibili nuovi accordi sul grano ucraino

Possibili nuovi sviluppi sulla questione del grano ucraino. Dopo l’uscita di Mosca dall’accordo sul grano del 14 luglio, è iniziato un lungo braccio di ferro tra Russia e Ucraina.

Violenti bombardamenti notturni da parte di Mosca hanno tentato infatti di ostacolare il “piano B ucraino”, ovvero l’esportazione di cereali attraverso i canali sul Delta del Danubio in territorio rumeno. Ciò ha comportato la distruzione di un grosso silos granario e di numerose attrezzature portuali.

Per quanto l’esportazione attraverso i canali del Danubio non permetta la totale distribuzione delle riserve ucraine di cerali – si stima infatti che esse superino, già solo quest’anno, i 77 milioni di tonnellate di grano –, essa rappresenta comunque un mezzo che, a piena efficienza, consentirebbe il passaggio di almeno 25-30 milioni di tonnellate di grano.

“L’asso nella manica con cui Kiev potrebbe convincere Putin a lasciarsi persuadere dal presidente turco Erdogan a rientrare nell’accordo [“Black Sea Grain Initiative”]” – scrive l’inviato Paolo Brera per «La Repubblica» – è l’hub russo di esportazione di materie prime a Novorossijsk, nel Mar Nero. A tal proposito, dichiara infatti il tenente generale ucraino Ihor Romanenko, in un’intervista per il quotidiano «Obozrevatel»: “Se li attacchiamo attivamente dal cielo e dal mare, la Russia perderà più di quanto guadagnerà ritirandosi dall’accordo sul grano”.

L’incontro tra Erdogan e Putin è previsto tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.

 

Torino, 16 agosto 2023

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