Aggiornamenti sull’export del grano ucraino

Aggiornamenti sull’export del grano ucraino

Nuovi problemi per l’esportazione del grano ucraino. L’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha dichiarato che è necessario un maggiore sforzo da parte degli Stati membri dell’UE, per garantire il funzionamento delle corsie di solidarietà, e quindi permettere di aumentare il volume delle esportazioni di grano ucraino. Data la chiusura della rotta marittima – prosegue Borrell – occorre infatti aprire maggiormente le frontiere europee e semplificare i collegamenti che permettono il trasporto di grano ucraino dai porti del Mar Nero.

Dall’inizio del conflitto, i corridoi di solidarietà UE hanno permesso il passaggio di oltre 35 milioni di tonnellate di cereali e altri alimentari. Tuttavia, l’estensione da parte della EC del divieto dell’importazione di grano e altri alimenti in Bulgaria, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Romania del maggio 2023 – dichiara il Ministro dell’Economia ucraina, Yulia Svyrydenko – rischia di far adottare all’Ucraina misure speculari. 

Da quando la Russia si è ritirata dall’“accordo sul grano” – non garantendo più, secondo l’Ambasciatore ucraino, Vasyl Bodnar, la sicurezza dei porti, delle navi e delle infrastrutture –, l’Ucraina ha iniziato a sviluppare i porti sul Danubio per le esportazioni di grano.

Dopo l’attacco dei porti di Odessa e Chornomorsk, che ha causato la perdita di 60 mila tonnellate di grano e danneggiato le infrastrutture, il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha infatti dichiarato che “[...] ogni missile russo è un colpo non solo per l'Ucraina, ma per tutti nel mondo che vuole una vita normale e sicura”.

Quali sono quindi le possibili alternative all’accordo? Prima della guerra, il 90% del grano veniva esportato attraverso i porti ucraini. Ad oggi, secondo il CEO di HarvEast, Dmitry Skornyakov, l’Ucraina dovrebbe ricercare il sostegno della Turchia, per permettere alle scorte militari turche di favorire l'entrata e l'uscita delle navi dai porti ucraini.  Accordo che, secondo Bloomberg, sarebbe molto rischioso per la Turchia.

Allo stesso tempo Dmytro Solomchuk, membro del comitato Verkhovna Rada sulla politica agraria e fondiaria, ha dichiarato: "Il governo ucraino ha stanziato 20 miliardi di UAH per assicurare navi che saranno pronte a correre rischi [...]. Alcune di queste società private esistono già".

Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha affermato che i partner dell’Ucraina troveranno metodi alternativi per esportare il grano di cui necessitano, anche se al momento non è stato individuato nessun metodo efficacie quanto il trasporto via mare. Il 18 luglio l’Amministratore dell’USAID, Samantha Power, ha promesso di fornire 250 milioni di dollari agli agricoltori ucraini che soffrono il blocco dell’esportazione del grano dopo l’invasione russa; il Primo Ministro irlandese, Leo Varadkar, ha inoltre dichiarato che l'UE cercherà di espandere le rotte delle esportazioni terrestri di grano ucraino. Tuttavia, sarà necessario continuare comunque a investire sull’esportazione dall'Ucraina via mare. È quindi importante lavorare sulla rotta del Danubio, la quale permetterà di ridurre il costo della logistica e contribuirà allo sviluppo di un percorso indipendente dal "corridoio grano". Il Ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha infatti dichiarato: "Grazie a un lavoro altamente efficiente e coordinato, i porti del Danubio sono diventati una rotta alternativa chiave. Il flusso di merci è aumentato, raggiungendo il record di 3 milioni di tonnellate al mese".

 

Torino, 21 luglio 2023

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