Il contrabbando rovina il gusto dei prodotti italiani, il progetto FoodItalia lo rinnova.

Il contrabbando rovina il gusto dei prodotti italiani, il progetto FoodItalia lo rinnova. Il progetto FoodItalia si oppone al contrabbando di merci italiane, un fenomeno che ultimamente ha “incantato” l’Ucraina.
 Dopo aver assaggiato un buon vino italiano, o una buona pasta con una salsa cremosa e  una crosta dorata di formaggio al forno, cucinata secondo una vecchia ricetta italiana... è davvero poco probabile che si può rifiutare di farlo di nuovo. O tanto più di offrire la stessa possibilità ai propri famigliari.

Ma accade che dopo aver comprato al mercato, magari anche a buon prezzo, quella che si pensava una "vera pasta italiana", con addirittura la ricetta spiegata sul retro della confezione, spesso si resta molto delusi: si sono agglutinati, la consistenza non è quella giusta, e il gusto nemmeno.

 Il problema dei prodotti di qualità dubbia che sono stati portati nel nostro paese clandestinamente è un tipico fenomeno del  mercato ucraino. Con una data di scadenza già da tempo superata, senza un contrassegno adeguato che certifichi che hanno superato il controllo doganale, questi prodotti sono spesso venduti non solo “sotto banco”, ma in strada, direttamente dal bagagliaio dei minivan. Tuttavia, attratti del prezzo, accompagnato dalle sincere rassicurazioni del venditore che ci ripete che "è vera Italia!", gli ucraini li acquistano lo stesso.

Accade quindi, molto spesso, che nella ricerca di prodotti Made in Italy di alta qualità , i consumatori molto spesso acquistano un falso a buon mercato. Il presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina  Maurizio Carnevale, racconta che i prodotti  più popolari tra i consumatori, sono spesso quelli sofisticati. E il leader delle sofisticazioni è il vino italiano. E non c'è da meravigliarsi, perché il vero vino italiano è molto popolare in tutto il mondo. 

Per soddisfare le esigenze degli ucraini in merito ai prodotti italiani di qualità realmente degni del marchio «Made in Italy», la Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina ha lanciato un progetto unico, FoodItalia, progetto volto ad influire in modo significativo sul contrabbando sia del cibo che del vino di brand   in Ucraina. La società imprenditoriale italio-ucraina ha definito il progetto una “piattaforma logistica di vendita e di distribuzione in Ucraina”.

Secondo il fondatore della Camera, il presidente Maurizio Carnevale, la base del progetto è  molto semplice: importare in Ucraina solo ed unicamente prodotti di alta qualità e lavorare senza gli intermediari. Questi ultimi, tra l'altro, fanno solo sì che i prezzi si alzino. «Grazie al progetto nazionale “FoodItalia” gli imprenditori ucraini possono ottenere autentici prodotti Made in Italy sdoganati e certificati – dichiara il presidente. - Questo è attuabile direttamente dalla piattaforma creata dalla Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina».

Infatti, gli obiettivi del progetto sono i seguenti:                                      - Creazione di un consorzio settoriale "FOODITALIA", che raggrupperà una certa quantità dei produttori di generi alimentari, bevande e altri prodotti accessori (pentolame, cucine ecc...), selezionate dalla commissione speciale della Camera.               - Organizzazione di un centro logistico in Italia e il trasporto successivo e “collettivo” in Ucraina.                   - Creazione di un centro logistico in Ucraina e due centri di coordinamento, uno in Italia e uno in Ucraina, presso la sede della Camera di Commercio.  - Una serie di iniziative pubblicitarie (alcune delle quali risultano essenziali) in Ucraina per fornire informazioni sulle merci agli imprenditori.  - Commercializzazione, attraverso un’azienda privata, che riceverà un mandato per la costituzione di una rete di distribuzione su tutto il paese.

Attualmente, l’Ucraina è il primo paese in cui verrà attuato questo tipo di programma. Ma per combattere il contrabbando dei prodotti italiani e del vino italiano nel futuro, alla luce dell'esperienza ucraina, non si esclude che il progetto "FoodItalia"  possa essere implementato anche in altri paesi.