Follow up panel Costruzioni e Infrastrutture - RoU

Follow up panel Costruzioni e Infrastrutture - RoU

Martedì 24 ottobre 2023 alle ore 14:00 si è tenuto il primo panel settoriale dell’evento, ossia il panel “Costruzioni e Infrastrutture”, che ha visto la partecipazione di figure istituzionali e tecniche del settore.

La Dott.ssa Giulia Neirone, responsabile ufficio stampa e relazioni esterne, ha presentato il Presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina, On. Renato Walter Togni, il quale ha ricordato che, durante la conferenza online Rebuild Ukraine – Italia del 15 novembre 2022, è stato firmato un memorandum di intesa insieme ad ANCE e CBU, volto a confermare la collaborazione tra le parti e a significare l’attenzione della camera al settore edile e alla ricostruzione.

La Dott.ssa Neirone ha poi dato la parola al Presidente di FederCamere, Dott. Maurizio Carnevale, il quale ha dichiarato che gli italiani sono i migliori produttori del pianeta, ma che bisogna essere più intraprendenti per quanto riguarda la commercializzazione: “Il suggerimento ai nostri imprenditori è che si armino di buona volontà e un po’ di intraprendenza, e che si presentino insieme e direttamente in Ucraina e non solo. L’Ucraina ne ha fortemente bisogno ed è un mercato interessantissimo, ma in tutto il pianeta si può fare lo stesso discorso”. Parlando dell’importanza delle istituzioni per intraprendere e internazionalizzare, Carnevale ha aggiunto: “le istituzioni […] sono tutte pronte a supportarvi. […] Presentatevi senza paura, perché il prodotto italiano deve cominciare a fare breccia nel mondo e arrivare fin dove non è mai arrivato”.

L’On. Tullio Ferrante, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha dato inizio agli interventi istituzionali del panel, ricordando la vicinanza dell’Italia, del suo governo e dei principali settori produttivi al governo e al popolo ucraino ed, esprimendosi sul tema in oggetto, ha dichiarato: “Ricostruire significa fare progetti, immaginare una nuova Ucraina che sia terra di lavoro, di innovazione tecnologica e di crescita economica. In una parola, che sia terra di pace e di sviluppo. Un futuro che l’Italia è pronta a costruire insieme”.

Il Sottosegretario ha poi sottolineato che sì, i danni dell’aggressione russa sono pesantissimi, ma l’Italia è pronta a giocare un ruolo di primo piano grazie alla capacità delle imprese edili italiane, le quali hanno secoli di esperienza in architettura, tecnologie moderne e intelligenza gestionale, “ed è bene ricordare che, grazie al grande e importante ruolo delle camere di commercio italiane all’estero, già dalla metà degli anni 2000 il fatturato extra delle imprese italiane di costruzioni è quintuplicato e il volume di affari delle stesse viene realizzato per circa il 75% sui mercati internazionali. […] Le migliori tecnologie, le soluzioni ingegneristiche più attuali e le capacità manageriali più performanti potranno quindi essere utilizzare per la ricostruzione dello stato ucraino”. In seguito, ha evidenziato l’importanza della collaborazione nel settore della logistica e si è poi espresso in merito al nuovo codice degli appalti “che ha il merito di conciliare i principi e i valori di trasparenza, semplificazione, apertura alla concorrenza e al mercato della digitalizzazione. […] L’Italia è pronta ad avviare forme di cooperazione per la definizione degli standard tecnici, che saranno fondamentali per la realizzazione di opere infrastrutturali, specialmente nel settore delle ferrovie e della pianificazione urbanistica”.

Successivamente è intervenuto Mustafa-Masi Nayem, Capo dell’Agenzia Statale per la Ricostruzione e lo Sviluppo delle Infrastrutture dell’Ucraina, il quale ha ringraziato l’Italia per la sua attenzione all’ucraina e per il sostegno a tutti gli ucraini che si trovano in Italia. Nayem ha dichiarato: “Abbiamo tre priorità. La prima è la vittoria e il sostegno ai nostri militari. […] La seconda è l’esportazione dei nostri prodotti, perché sapete che il percorso tramite i porti marittimi è stato bloccato e perciò il 70% delle nostre merci stanno lasciando il confine attraverso i posti di blocco. Questo significa un carico enormi sono sovraccaricati, hanno quindi bisogno di costruzione, ricostruzione, sostegno e riparazioni. Un’ulteriore priorità è l’abitazione. Dobbiamo intervenire prima di tutto sui territori liberati, ci stiamo occupando anche della rete energetica”. L’appello del Capo dell’Agenzia è di collaborare concretamente, unendosi alla costruzione delle case, delle strade, condividendo le esperienze.

Il primo dei relatori tecnici del panel Costruzioni e Infrastrutture è stato l’Ing. Piero Petrucco, Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili e Presidente della Federazione Europea dell'Industria delle Costruzioni, il quale ha dichiarato che come ANCE e FIEC stanno monitorando le attività propedeutiche a quello che potrà poi, si spera in tempi abbastanza brevi, succedere in Ucraina quando la situazione sarà più favorevole alla possibilità di andare direttamente a fare attività in loco. Ha inoltre ricordato che sono in contatto con le autorità locali e che stanno lavorando in stretta collaborazione e sinergia con la Confederazione dei Costruttori dell’Ucraina.

In rappresentanza della sopracitata Confederazione dei Costruttori dell’Ucraina, è intervenuto il Presidente Lev Partskhaladze mostrando un video riassuntivo dell’aggressione russa all’Ucraina e soprattutto della resilienza del popolo ucraino. In seguito, ha invitato le aziende italiane a partecipare alla ricostruzione, ricordando che sono andati distrutti più di 50 milioni di metri quadri. La collaborazione tra i due Paesi beneficerà il Made in Italy e andrà a supportare lo sviluppo del Made in Ukraine.

Successivamente, la Dott.ssa Neirone ha presentato Denitza Petrova, Responsabile del progetto “Greening Ukraine Reconstruction” di Greenpeace Central and Eastern Europe. La Dott.ssa Petrova ha evidenziato che Greenpeace ha iniziato a lavorare in Ucraina nell’estate del 2022 su un progetto dedicato alla ricostruzione verde, poiché in questo momento l’Ucraina è da ricostruire e quindi è il momento di costruire in modo green, senza emissioni, senza impianti a carbone. Il primo risultato concreto del lavoro è stato un ospedale costruito nella regione di Bucha, a Horenka, il quale è ufficialmente in funzione da febbraio 2023 ed è costruito con un impianto solare progettato affinché le pompe di calore lo alimentino completamente. “Questo ospedale è una dimostrazione di come può essere la ricostruzione dell’Ucraina. […] È questa la strada da seguire, che può anche far risparmiare molto alle municipalità”, ha dichiarato Petrova.

In seguito, ha annunciato che sono alla ricerca di partner per la ricostruzione di altri edifici, consultabili sul sito web del progetto. In particolare, sono alla ricerca di collaboratori per la ricostruzione dell’asilo di Ohturka, città della regione di Sumy, e dell’ospedale di Shepetivka, della regione di Khmelnytskyi.

In seguito, si è espresso Luca Settineri, Vice Rettore per la Programmazione, le Infrastrutture e l’Edilizia del Politecnico di Torino, il quale ha portato la testimonianza del ruolo che può avere l’infrastruttura universitaria nella ricostruzione di un territorio, sia per quanto riguarda l’infrastruttura fisica ma anche per la conoscenza e l’innovazione. “Tutti sappiamo che la forza di una nazione, di un territorio, di un popolo risiede sia nei beni materiale ma anche, forse soprattutto, nel potenziale delle persone. L’istruzione è un po’ la chiave. […] Le università non sono soltanto edifici. Sono dei fari di conoscenza, di progresso, che servono anche come luogo di sviluppo del pensiero critico e diventano il cuore della trasformazione di un territorio, di un Paese. Inoltre, forniscono anche gli strumenti necessari per l’autosufficienza, dotando i cittadini di competenze, di conoscenze necessarie per rafforzare e per ricostruire, in questo caso, l’economia di un Paese”. Il Prof. Settineri ha portato quindi ad esempio le attività del Politecnico di Torino, in quanto creatore di ecosistemi per la formazione, per l’innovazione e per la generazione di attività economiche “come le start up e non solo, nelle quali sono contenuti attività di formazione, di ricerca congiunta con le aziende di servizi alle imprese. Dei veri e propri ambienti che fisicamente sono riuniti in un unico luogo, tematici”. Il Professore ha portato diversi esempi di centri in fase di costruzione: uno sulla manifattura e sull’autoveicolo, un altro, che verrà chiamato “Cittadella dell’aerospazio”, sui temi dello spazio, dell’aereonautica e del volo in generale, poi un centro sui temi dell’economia circolare e molto altro. Questi centri sviluppano attività di formazione curricolare, di formazione per le imprese e di sviluppo di economia.

“Uno studio di non molto tempo fa testimonia che ogni euro investito in formazione universitaria, intesa in questo senso ampio naturalmente, viene restituito al territorio in tempi brevi moltiplicato per quattro” ha dichiarato Settineri, a riprova del fatto che è enorme il contributo che la formazione universitaria può dare, in aggiunta “alla creazione di spazi di dialogo, di pensiero critico, di scambio di idee, che contribuiscono a guarire divisioni, a ricostruire un senso di identità, a insegnare alla democrazia i diritti umani”.

Ha poi preso la parola Pavlo Kachur, Presidente di Ukrcement e Vicepresidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina, il quale ha mostrato la mappa di intensità dei danni subiti dal Paese per via degli attacchi russi. Secondo i dati, sono poche le aziende che non hanno avuto danni e che stanno continuando a produrre, comprese coloro che producono materiali edili, poiché ovviamente la maggior parte delle imprese sono ferme per le complicanze dovute alla guerra. Per questo motivo, Kachur ha ricordato l’importanza della collaborazione tra i Paesi per il supporto alla ricostruzione ucraina. Inoltre, il Presidente di Ukrcement ha evidenziato che il cemento Made in Ukraine è di alta qualità.

In seguito, è intervenuto il Presidente dell’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica, Paolo Rava, il quale ha presentato l’associazione e ha dichiarato che sono riusciti a identificare un protocollo di certificazione dei materiali naturali, fondamentale per un progettista per sapere come utilizzare e perché certe metodiche costruttive che sono ora all’avanguardia.

ANAB si è occupata di formazione creando una scuola che aiuti l’approfondimento legato all’utilizzo dei materiali e Rava a dichiarato: “Noi lavoriamo mettendo in campo quelle strategie che identificano la possibilità di utilizzare i materiali usando meno energia, quindi un’emissione sempre più bassa di CO2 che ci consente di non disequilibrare il nostro ambiente. […] La nostra associazione ha pensato di fare un bando per far sì che gli architetti ucraini possano comprendere queste nuove tecniche costruttive cosicché la ricostruzione avvenga in una maniera compatibile con l’ambiente e con il futuro delle nostre possibilità urbane”. L’Arch. Rava ha poi sottolineato che tutte queste informazioni sono necessarie per costruire una “città ecologica”. Quindi, così da dare un contributo per l’architettura sostenibile, ANAB ha creato una scuola di architettura mediterranea, all’interno dello schema “ANAB School for Peace”, con il fine di scambiare le strategie delle tecniche costruttive con gli architetti che seguiranno il corso gratuito. “Per noi diventa importante trovare delle soluzioni prima ancora di costruire una pianificazione territoriale che consenta di curare chiamiamola la biodiversità urbana, cioè cercare di capire che se si ricostruisce bisogna partire da un impianto che definisce alcuni elementi fondamentali, come ottenere una partecipazione dei cittadine perché svolgano un ruolo fondamentale nel raggiungimento della sostenibilità”, così l’Architetto ha evidenziato l’importanza del ruolo dei cittadini e delle loro abitudini ecofriendly. “Una città deve mettere in campo una strategia di pianificazione che consente al ruolo dei cittadini di poter diminuire quelli che sono i consumi energetici, di poter utilizzare un sistema di mobilità sostenibile e un sistema di mobilità su gomma” ha dichiarato Paolo Rava.

Per approfondire il progetto, visitare il seguente link: https://www.anab.it/portfolio/progetto-due/

La Dott.ssa Neirone ha poi dato il benvenuto a Marcello Rossi, Responsabile Dipartimento Internazionalizzazione, Cooperazione internazionale ed Esportazione del lavoro di CNAPPC – Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. In relazione al ruolo di CNAPPC nei confronti dei profughi creati dalla guerra, Rossi ha dichiarato: “Come Consiglio Nazionale siamo stati sollecitati da molti nostri professionisti italiani a dare una risposta e abbiamo dato ospitalità nei nostri studi ai professionisti ucraini. […] Prima abbiamo costruito delle linee guida per l’accoglienza dei professionisti, […] poi attraverso l’Ambasciata d’Ucraina in Italia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, abbiamo finanziato dei workshop per i giovani professionisti: cinque workshop con cinque studi italiani e cinque giovani professionisti arrivati dall’Ucraina. L’Ambasciata d’Ucraina in Italia ha identificato delle aree, degli edifici pubblici fortemente danneggiati dalla guerra, quindi edifici scolastici, municipalità, centri civici. Oggi abbiamo cinque progetti di ricostruzione. La cosa interessante del percorso è che l’abbiamo iniziato con un seminario fatto con docenti del politecnico, professionisti che hanno lavorato in aree belliche in precedenza, in cui abbiamo dato gli strumenti iniziali per ragionare su il come ricostruire, qual è il rapporto con la memoria, quali possono essere anche le occasioni drammatiche derivate dagli eventi bellici di rigenerazione dei territori”.

I 5 progetti sono stati sviluppati anche con le comunità locali e non sono ancora stati realizzati, ma sono a disposizione.

Inoltre, l’Arch. Rossi ha parlato del progetto UREHERIT, realizzato dalla comunità internazionale degli architetti, di cui CNAPPC è partner, insieme all’unione degli architetti ucraini. Nel progetto in questione “diamo gli strumenti, oggi, della valutazione dei danni e poi delle tecniche di conservazione del restauro del patrimonio. È un progetto molto ambizioso, ha una durata triennale, […] coinvolge molti consigli nazionali e molti professionisti, proprio sui temi della ricostruzione”. L’Arch. Rossi ha sottolineato che l’Italia ha un ruolo molto importante in questo progetto, soprattutto per via della cultura architettonica italiana sulla ricostruzione, sulla gestione dei monumenti e degli edifici storici. Inoltre, ha aggiunto Rossi, l’Italia ha “un sistema di monitoraggio istantaneo, di censimento dei danni negli edifici, di intervento tempestivo e di formazione dei professionisti che è all’avanguardia nel mondo”.

In seguito, si è espresso Sergio Ventricelli, Presidente di Confimi Edilizia Vicepresidente nazionale di Confimi Industria con delega alle Infrastrutture, Ricerca e Università, e Presidente di Confimi Puglia. Il Dott. Ventricelli ha dichiarato, in relazione alla situazione ucraina, che “bisogna evidentemente agire attraverso un piano di ricostruzione che implementi anche i principi di sostenibilità sul modello del target europeo. […] Di fatto, questo importante Paese dovrà essere ricostruito, e quindi farlo con certi principi di sostenibilità e di bioedilizia sarebbe cosa buona e giusta. […] Voglio ricordare che sarebbe auspicabile che la ricostruzione dell’Ucraina venga fatta attraverso un allineamento, per esempio, con l’agenda 2030 dell’Unione Europea, proprio per lo sviluppo sostenibile. C’è la necessità di ricostruire le infrastrutture nazionali, ma abbiamo anche la necessità di applicare tecnologie innovative”.

Il Dott. Ventricelli ha ricordato che tutta la ricostruzione deve essere fatta in modo che la componente dell’environment recovery che assicura l’avvio di una transizione verde possa essere messa in atto, e quindi deve rispettare i seguenti quattro pilastri: l’applicazione dei principi di governance ambientale, urbanistica e finanziaria; il passaggio a fonti di energia sostenibile; l’avvio di una green economy su un modello circolare; la protezione degli ecosistemi della biodiversità. “Ciononostante, preoccupa chiaramente l’urgenza di costruire immediatamente soprattutto i centri urbani, che sono quelli in grandissima difficoltà, per venire incontro ai bisogni immediati della popolazione” ha dichiarato il Presidente di Confimi Edilizia, il quale ha poi evidenziato l’importanza della collaborazione per la ricostruzione ucraina: “L’Italia e l’Unione Europea devono poter dare un loro contributo, a partire necessariamente dalla rigenerazione dei grandi centri urbani, che vorrebbe anche dire in un prossimo futuro, speriamo il prima possibile, il ripristino della vita sociale, delle scuole, degli ospedali, dell’università”.

Successivamente è intervenuto il Presidente di ISI - Associazione Ingegneria Sismica Italiana, Andrea Barocci, il quale ha confermato che la capacità e il know-how italiano nel mondo, per quanto riguarda la tematica delle costruzioni, sono molto ambiti. “È chiaro che la linea che dovranno necessariamente avere gli sviluppi sulla ricostruzione di un territorio che è stato gravemente danneggiato è quella comune alle politiche europee, così come quella comune alle politiche della maggior parte dei territori che guardano verso la digitalizzazione”. L’Ing. Barocci ha aggiunto che, dai numeri di giugno, si parla di quasi 90 milioni di metri quadri da ricostruire o su cui intervenire, e per questo motivo ricorda che è fondamentale ragionare nell’ottica di una sinergia, la quale può essere semplice vista l’affinità tra i due Paesi: “Il patrimonio edilizio ha avuto uno sviluppo che, come età, è abbastanza simile a quello del nostro Paese. Ha un patrimonio UNESCO, […] un patrimonio storico millenario così come il nostro Paese, oltre ovviamente alla rete infrastrutturale che, nonostante sia un po’ inferiore come numero, è comunque ovviamente importante perché è la rete neurale ed economica”. Il Presidente di ISI si è poi espresso sull’apporto che può dare l’Italia alla ricostruzione: “Come know-how italiano possiamo sicuramente intervenire, perché dobbiamo sempre differenziare tra costruire ex novo, che paradossalmente può essere considerato più semplice con tutte le tecnologie, tutti i vincoli e i crismi che ci portano verso il 4.0, verso l’efficientamento energetico, verso la sicurezza strutturale, […] ma dobbiamo anche renderci conto che la ricostruzione passa anche tutta una serie di interventi di rehabilitation, di ripristino, di ristrutturazione e manutenzione su un patrimonio che molte volte, esattamente come quello italiano, non può essere così semplicemente rigenerato. Occorre fare tutti gli sforzi necessari per poterne mantenere l’identità”.

Barocci ha infine dichiarato: “L’ingresso in Europa, oltre ad aiutare politiche di cooperazione, è necessario per quanto riguarda tutta la circolazione di materiali, di beni e di prodotti senza avere particolari vincoli, e per avere una visione comune su certe tematiche che possiamo considerare banali, come l’efficientamento e la sicurezza, ma per le quali è necessario ovviamente fare squadra, soprattutto quando diamo per scontato che si vada a lavorare verso un procedimento di digitalizzazione e condivisione”.

Ha poi preso la parola Roberto Formato, Manager di Rete 4CNetwork e rappresentante di Confartigianato, il quale ha ricordato che l’associazione di categoria nel 2023 ha costituito la prima rete nazionale di consorzi e reti di imprese appartenenti al settore delle costruzioni e dei servizi e, raccontando brevemente le azioni di Confartigianato, il Dott. Formato è poi passato alla descrizione di 4C Network, creata insieme a Confartigianato: “Una struttura al servizio dei consorzi e delle reti aderenti alla confederazione appartenenti al settore delle costruzioni e dei servizi al supporto dell’intero comparto. Una rete che già nella fase iniziale ha raggruppato oltre 360 imprese ed è in continua crescita. Imprese capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale, in grado di cogliere le opportunità offerte da un mercato sia pubblico che privato sempre più complesso e integrato. Questo anche in vista degli interventi previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza”.

“Con questo modello organizzativo, intendiamo dare risposta alle richieste sempre più evolute e articolate della committenza, nei confronti della transizione ecologica, delle tecnologie digitali, dei nuovi mercati, dell’energia, della formazione, della ricerca, di un particolare e complesso mercato della manutenzione e del recupero del patrimonio edilizio, con particolare riferimento a quello scolastico, ospedaliero e dei beni culturali”, ha dichiarato il Dott. Formato parlando della forza di 4C Network il quale , ha evidenziato, può essere un’opportunità in più per poter fruire direttamente di specifiche competenze nei settori trattati.

Successivamente è intervenuto Matteo Fabbri, Presidente Nazionale Comunicazione e Stampa di CNA, il quale ha dichiarato “Le aziende di CNA rappresentano il saper fare artigiano […] che può essere di grande aiuto alla ricostruzione. Le nostre hanno dimostrato e si sono formate in campi difficili per quanto riguarda le alluvioni, i terremoti, in cui abbiamo sviluppato metodologie sia per il restauro che per il recupero e per la ricostruzione, ma soprattutto per la conoscenza”.

Il Dott. Fabbri, parlando di una relazione già presente da anni con i restauratori ucraini della riserva di Lavra, ha raccontato le richieste di aiuto ricevute a maggio 2022, richieste immediatamente accolte da CNA, il quale si è attivato per rilevare alcuni edifici di un sito UNESCO nel centro di Kyiv. “Ci siamo subito attivati, siamo riusciti a coinvolgere il governo italiano tramite la direzione generale per la sicurezza del patrimonio culturale, che ha finanziato una parte della missione e una parte è stata finanziata dalle aziende di CNA. Ci siamo messi in contatto con le autorità e siamo andati alla fine di giugno a eseguire questo rilievo”. In seguito, si è espresso sull’importanza della collaborazione: “Così facendo siamo riusciti a portare la metodologia della conoscenza attraverso le nuove tecnologie applicate dalle nostre aziende nel restauro e a dare un aiuto nella salvaguardia perché adesso di questi edifici, anche grazie all’UNESCO che ha contribuito poi a portare avanti il progetto, c’è il cosiddetto gemello digitale”, quindi, nel caso in cui questi edifici venissero danneggiati o distrutti dalla guerra, ci sarà la possibilità di lavorare alla ricostruzione con tecnologie moderne.

Il Dott. Fabbri ha poi aggiunto che stanno cercando di mettere in campo dei progetti di formazione dei restauratori e delle manovalanze specializzate nella ricostruzione, sia in Ucraina che in altri Paesi in condizioni simili.

Gli interventi tecnici sono stati conclusi da Alessandro Cini, CEO di REA - Restauro e Arte, il quale ha evidenziato la necessità di interventi di restauro nel settore delle opere d’arte contemporanee realizzate durante la guerra: “Pare strano dirlo ma durante la guerra sono state realizzate una quantità notevole di opere, sia da artisti locali sia da artisti importanti, fino a quelli di fama internazionale come il famosissimo Banksy. […] La nostra esperienza sul campo è stata quella di esserci recati in Ucraina a maggio, dopo il primo forum a Varsavia in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina, per partecipare a un progetto di ricostruzione della parte decorativa della Casa della Cultura di Irpin, un intervento tradizionale che rientra nel nostro lavoro di restauratori”. In quella occasione, il team di Restauro e Arte si è trovato “di fronte alla richiesta di una comunità piccola, la comunità di Borodyanka, a 40 chilometri da Kyiv e pesantemente provata e distrutta durante l’assedio russo, nella quale si sono trovati a convergere molti artisti durante e subito dopo la guerra. Questa comunità ha portato alla nostra attenzione una serie di opere d’arte appena realizzate che già necessitavano di un aiuto, perché realizzate su supporti molto fragili. In questo caso parliamo di due opere del famoso Banksy […] e una serie di opere dell’artista francese C215, poste all’interno degli appartamenti”. Gli edifici interessati però dovevano essere demoliti in tempi molto stretti, pertanto “siamo intervenuti in tre viaggi diversi per andare a mettere in sicurezza queste opere d’arte, in modo da poter almeno passare l’inverno, perché potete immaginare che quelle opere di street art realizzate su degli edifici bombardati, quindi intonaci cotti da temperature incredibili e danneggiati, rischiavamo di perderle immediatamente”. Per questo motivo, “Abbiamo creato un progetto, si chiama Art Against Bombs, riguarda prevalentemente la comunità di Borodyanka e la creazione di un polo adiacente alla Casa della Cultura dove mettere le opere d’arte che sono state necessariamente staccate e l’inizio di un percorso per quelle opere d’arte, tra cui Banksy, che speriamo di poter mantenere sui muri dove si trovano adesso” e ha inoltre aggiunto che “siamo consapevoli, e tutta la comunità è consapevole, che queste opere non hanno solo un valore culturale perché raccontano la storia dell’occupazione, la storia della guerra relativa a questa comunità, ma hanno un valore economico molto alto e molto importante”.

Infine, Cini ha dichiarato: “È un inizio, speriamo di poter porre l’attenzione in tutti i villaggi a quello che è stato il racconto degli artisti piccoli, grandi, medi di questa guerra, perché la risposta dell’arte è una risposta importante e se pensiamo che, in questo caso, l’arte possa addirittura essere un qualcosa che aiuti alla ricostruzione, che possa portare anche se in forma limitata una sorta di occupazione e una piccola ricchezza a questi comuni, io trovo che sia un messaggio straordinario”.

La Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina e REA – Restauro e Arte hanno aperto una raccolta fondi dedicata al progetto, consultabile al link di seguito: https://gofund.me/03bc00fa

La Dott.ssa Neirone ha infine concluso il panel Costruzioni e Infrastrutture ricordando i prossimi appuntamenti, consultabili di seguito: