Crisi alimentare: proposto stoccaggio dei cereali ucraini

Crisi alimentare: proposto stoccaggio dei cereali ucraini

L'Ucraina sta preparando un piano B per lo stoccaggio dei cereali mediante la realizzazione di ulteriori strutture, che aiuteranno, in assenza di esportazioni attraverso i porti del Paese, a conservare sia i residui dell'anno scorso sia i nuovi raccolti, che saranno effettuati tra un mese.

Lo ha affermato il Primo Vice Ministro della Politica Agraria e dell'Alimentazione dell'Ucraina Taras Vysotskyi: «Considerando le rimanenze transitorie dell'anno scorso e le previsioni di resa di quest'anno, potrebbe esserci un deficit di capacità di stoccaggio di 10-15 milioni di tonnellate». A causa dell'invasione russa, l'agricoltura ucraina ha, difatti, subito una perdita di 4,3 miliardi di dollari.

Vysotskyi ha poi sottolineato come attualmente si stiano importando capacità di stoccaggio mobili come piano secondario da applicare nel caso in cui il grano non possa essere esportato rapidamente.

In totale vi sono migliaia di impianti di stoccaggio distribuiti in tutta l' Ucraina. Il Paese continua, inoltre, a lavorare con i partner internazionali per sbloccare le esportazioni attraverso i porti marittimi.

«L'idea in sé è importante e necessaria: senza di essa, non saremo in grado di realizzare tutto il nostro potenziale di esportazione. – ha dichiarato il Viceministro – E, naturalmente, questo richiede diversi fattori: quantità sufficienti di armi antinave e supporto militare garantito. Pertanto, il lavoro continua in questa direzione».

Per quanto concerne la rapidità con cui liberare le coste, il Primo Viceministro ha spiegato che vi sono molti fattori che al momento non consentono di valutare quanto velocemente ciò possa avvenire.

«Dipenderà dallo stadio della guerra. Se i combattimenti continuano, questi sono altri rischi. Pertanto, tutto varierà in base ai fattori esterni. Ecco perché è difficile delineare una strada precisa».

 «Quanto ai prezzi dei prodotti agricoli, è un elemento di stagionalità. – ha continuato a commentare Vysotsky – Almeno fino alla fine di ottobre non ci sono i presupposti per l'aumento dei prezzi. Allo stesso modo, durante questo periodo, anche la produzione di latte delle mucche è aumentata e i prodotti lattiero-caseari sono diventati leggermente più economici. Pertanto, se non ci sono macro-sfide, come ulteriori aumenti dei prezzi dei carburanti o altri fattori che possono incidere sul prezzo, dal punto di vista puramente del ciclo agricolo, non ci sono i presupposti per aumentare i prezzi».

 Torino, 16 giugno 2022

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